All’interno di una società dominata da una competitività estrema, molti ragazzi si ritrovano a vivere le loro relazioni solo attraverso le finestre del web. In questa condizione, la stessa di Anita, i blog diventano dei “diari di bordo” necessari, l’unico mezzo per esprimersi, e il luogo virtuale dove il blogger e i follower possono condividere almeno le loro solitudini. Le tre performers si muovono all’interno di uno spazio vuoto, disegnato soltanto dai movimenti dei loro corpi, che evocano con precisione millimetrica i mobili e le stanze della casa; una metafora della solitudine della protagonista, incapace di trasformare in realtà la sua necessità di condivisione.

Uno spettacolo che vuole essere esempio vivente della paranoia ai tempi di internet, dove il pubblico in sala è l’unica presenza autenticamente reale.